A Fiumedinisi, la pratica della fede cattolica ha radici nel XII secolo, come attestato da una bolla di Papa Celestino III custodita nel Duomo di Messina dal 1196. La Curia, titolare di terre e proprietà, ottenne una significativa rendita, evidenziando l'interesse diretto del Pontefice nell'assegnarle all'arcivescovo di Messina. Questo può essere interpretato come un tentativo di sottrarre a Fiumedinisi, di grande valore per la corte svevo-normanna, le rendite ecclesiastiche.
I monaci basiliani hanno contribuito alla diffusione del cattolicesimo a Fiumedinisi, originariamente con rito greco, ma la latinizzazione ha gradualmente ridotto il numero di ecclesiastici di tale culto. Nel 1349, il rito greco scomparve in alcune parti della Sicilia, ma persistette nelle diocesi di Messina per alcuni secoli.
Un registro cassa, denominato "giuliana” e custodito presso l'Archivio di Stato di Messina, contiene le entrate e le uscite e fornisce dettagli sull'amministrazione della chiesa, attestando la sua importanza per la comunità.
Nel corso dei secoli, numerose chiese furono costruite a Fiumedinisi, manifestando la profonda devozione della comunità. Indichiamo di seguito solo quelle visitabili, poiché alcune di esse si trovano in proprietà private o purtroppo non hanno resistito al passare degli anni e allo scorrere inesorabile del tempo.
Madonna delle Grazie
La Chiesa della Madonna delle Grazie, eretta verso la fine del XVII secolo, si trova all’inizio del paese, di fronte al cimitero locale e svolge un ruolo chiave nelle celebrazioni dei defunti - sul sagrato, per tradizione, vengono benedette le anime dei defunti prima di essere tumulate – e nella festa della Madonna delle Grazie. L'interno, seppur sobrio, presenta un interessante altare dedicato alla Beata Vergine, arricchito da stucchi tipici del periodo barocco.
Beata Vergine del Carmine
Inizialmente cappella privata, fu costruita nel 1769 nel punto più alto del centro abitato e riflette le nuove tendenze artistiche post-barocche. Recentemente la chiesa è stata restaurata consentendo così il ritorno al culto.
San Nicola di Bari
Ha origini antichissime e fu la presunta Chiesa Madre nel XII secolo. Documenti ne attestano la gestione da parte del cappellano greco Mena nel 1308, seguita da ristrutturazioni nel 1311 e nel 1619. Ora chiusa al culto, la sua importanza deriva dal fatto che per tradizione la chiesa è depositaria di alcuni pezzi della Vara, ed infatti sul suo sagrato ha luogo la prima funzione della stessa festa, e da qui parte il corteo in costume dei devoti portatori della Vara, unitamente ai bambini che impersonano il Padre Eterno, la Madonna e l'Arcangelo Gabriele durante la rappresentazione.
Sant’Anna
Nota come "la Nunziatella", risale al XII secolo ed è luogo di pellegrinaggio per i fedeli di Fiumedinisi e Nizza di Sicilia il giorno della vigilia della festa patronale e della festa della Vara. Costruita vicino al torrente, fu restaurata all'inizio del XIX secolo e ridotta nelle dimensioni.
Santissima Trinità
Un’altra tipica chiesetta rurale, ricadente in un fondo privato della contrada Santissima è la chiesa della SS. Trinità, ritenuta dai più un Santuario, perché – almeno fino al periodo pre-pandemico – meta di pellegrinaggio il primo sabato e la domenica di settembre, da centinaia di anni. La Chiesa, oggi molto modesta e piccola, faceva parte del vicinissimo convento Carmelitano della SS. Trinità, del quale si intravedono ormai soltanto i ruderi.